“Cosa sono
stato io fino ad adesso?
È stato così
difficile tornare al mio mondo,
ma per quale
motivo?
Come ho
fatto negli anni a costruirmi tutte queste maschere,
a
distruggermi nelle barriere,
a nascondermi.
Perché mai
ho voluto rendermi comune agli altri?
Perché ho
desiderato così tanto essere uno dei tanti?
Perché ho
dimenticato la mia vera essenza?
Velo su
velo,
manto su
manto,
corazza su
corazza si è costruita la mia matrioska.
Cieco il
dolore che mi ha portato a incatenarmi.
Sordo io a
non saper ascoltare il mio cuore.
Monco il mio
cammino fino ad oggi.
E questa
guerra che ho combattuto al fine di liberarmi,
di uscire
come nocciolo dalle barriere della bambola che mi avvolgeva
quanto è
stata difficile.
Al buio, al
chiuso, che cerchi di esplorare,
ma ti arrendi perché non riesci ad aprirti,
non riesci
ad uscire allo scoperto.
Le pareti
all’interno non hanno appigli,
fai un passo
per arrivare alla prima apertura ma scivoli giù
e come se
non bastasse subito dopo sei punto e a capo.
Anche se
riesci a spostare la prima porta
ti trovi
bloccato dallo stesso identico ostacolo.
In realtà
non proprio uguale,
decisamente
più grande.
Ogni piccolo
passo che fai,
trovi un
problema ancora maggiore da affrontare,
così succede
che perdi la voglia e rimani in un pozzetto,
in una situazione
ibrida per lungo tempo.
Poi ti
arriva un calcio in culo dalla vita,
inizi a pensare e ti rialzi.
Dovremmo cercare
di stare sempre in piedi,
aprire
queste maledette pareti una ad una
e uscire a
ballare con i colibrì.
Che sia
davanti ad un’altra fetta di matrioska?
No...
Adesso sto
volando!"
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