03/05/13

1.3) nel ventre di una matrioska (dialogo con se stesso del poesiante)



“Cosa sono stato io fino ad adesso?
È stato così difficile tornare al mio mondo,
ma per quale motivo?
Come ho fatto negli anni a costruirmi tutte queste maschere,
a distruggermi nelle barriere,
a nascondermi.
Perché mai ho voluto rendermi comune agli altri?
Perché ho desiderato così tanto essere uno dei tanti?
Perché ho dimenticato la mia vera essenza?
Velo su velo,
manto su manto,
corazza su corazza si è costruita la mia matrioska.
Cieco il dolore che mi ha portato a incatenarmi.
Sordo io a non saper ascoltare il mio cuore.
Monco il mio cammino fino ad oggi.
E questa guerra che ho combattuto al fine di liberarmi,
di uscire come nocciolo dalle barriere della bambola che mi avvolgeva
quanto è stata difficile.
Al buio, al chiuso, che cerchi di esplorare,
 ma ti arrendi perché non riesci ad aprirti,
non riesci ad uscire allo scoperto.
Le pareti all’interno non hanno appigli,
fai un passo per arrivare alla prima apertura ma scivoli giù
e come se non bastasse subito dopo sei punto e a capo.
Anche se riesci a spostare la prima porta
ti trovi bloccato dallo stesso identico ostacolo.
In realtà non proprio uguale,
decisamente più grande.
Ogni piccolo passo che fai,
trovi un problema ancora maggiore da affrontare,
così succede che perdi la voglia e rimani in un pozzetto,
in una situazione ibrida per lungo tempo.
Poi ti arriva un calcio in culo dalla vita,
 inizi a pensare e ti rialzi.
Dovremmo cercare di stare sempre in piedi,
aprire queste maledette pareti una ad una
e uscire a ballare con i colibrì.
Che sia davanti ad un’altra fetta di matrioska?
No...
Adesso sto volando!"

by Mirko Delgrossi

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