Osservava lo
schermo e ne fissava la profondità,
non riusciva
in realtà a far chiarezza nei suoi pensieri,
tuttavia se
ne stava lì, allegro, con la tastiera d’accarezzare
e si sentiva
estraniato da tutto il resto.
Guardando
quella bellissima pagina bianca a schermo intero,
immerso nell’oscurità
della stanza sapeva benissimo dove trovare ogni
singolo
tasto,
componeva sognando e lasciando viaggiare le
dita.
Chiuse gli
occhi e si lasciò cullare dal ticchettio delle lettere,
una sinfonia
di storie da raccontare
e proprio
sul climax delle trombe aprì gli occhi.
Davanti ai
suoi occhi il foglio bianco si stava tramutando in origami,
si piegava
si accartocciava e diventava una creatura,
candida,
minuta, danzante.
Un uccellino
assai piccolo che ne cinguettava la melodia dei tasti,
un” trrr”...
emolio di battiti d’ali,
un “brrr”…
usio nella mente del poesiante,
un “frrr”…
emito al cuore.
Ballavano
insieme la stessa musica,
nel mondo
dei sogni delle parole che vengono scritte,
diventavano
un tutt’uno e iniziarono un viaggio a braccetto,
un volo
insieme ad a letto,
verso il
mondo del bien sûr reale.
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